lunedì 25 maggio 2020

Libreria La Pagina, una 'finestra sulla quarantena', dialogo con autori e scrittori

L'11 giugno intervista a Maria Elisa Gualandris, autrice del giallo ''Nelle sue ossa''

VILLADOSSOLA

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La Redazione

martedì 19 maggio 2020

“E’ stato per tutti un maestro spirituale”: in duomo a Novara ingressi limitati e mascherine per l’addio al cardinale Renato Corti


MARCELLO GIORDANI

«Un maestro spirituale»: così il vescovo di Novara, Franco Giulio Brambilla, ha descritto questa mattina (19 maggio) il cardinale Renato Corti durante l’omelia che ha tenuto al funerale del vescovo emerito, morto a 84 anni lo scorso 12 maggio. Una cerimonia che si è svolta in un duomo contingentato, con solo 180 posti disponibili, a cui ha partecipato anche l’arcivescovo di Milano Mario Delpini. «La diocesi milanese - ha commentato Delpini - deve moltissimo alla figura di don Renato, come lo chiamavamo affettuosamente noi seminaristi, perché ha saputo formare tanti sacerdoti».

A ricordare la figura di Corti, vescovo a Novara per vent’anni, sono stati il suo segretario personale don Gianluigi Cerutti, e il prevosto di Borgomanero, all’epoca direttore della Stampa Diocesana, don Piero Cerutti. Un’immagine quasi surreale quella dei sacerdoti distanziati tra i banchi della cattedrale di Novara, la mascherina sul volto, nel rispetto delle misure anti coronavirus: «Dall’inizio alla fine della sua vita ha interpretato il suo ministero come un autentico padre di spirito. La sua figura può essere riassunta in ciò che Papa Francesco ha scritto nel suo affettuoso messaggio alla Diocesi: “Penso al suo genuino amore per la missione e il ministero della predicazione che ha esercitato con grande generosità, in tutto animato dal desiderio appassionato di comunicare il Vangelo di Cristo”» ha ricordato monsignor Brambilla.

A presiedere le esequie con il vescovo di Novara e l’arcivescovo di Milano Mario Delpini, anche il vescovo di Acqui Luigi Testore, quello di Biella Roberto Farinella, il vescovo emerito della diocesi brasiliana di Janaúba dom Guerrino Brusati (originario della diocesi gaudenziana), il vescovo emerito di Saluzzo Giuseppe Guerrini, il vescovo emerito di Cuneo-Fossano Giuseppe Cavallotto e il vicario generale di Novara monsignor Fausto Cossalter. Insieme ai vescovi hanno concelebrato anche diversi sacerdoti diocesani.

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lunedì 18 maggio 2020

Papa Giovanni Paolo II, cent’anni fa nasceva il Pontefice polacco proclamato santo


Karol Wojtyla nacque il 18 maggio 1920 a Wadowice, in Polonia. Il 16 ottobre 1978 fu chiamato a guidare la Chiesa in un momento storico cruciale, dominato a livello internazionale dalla Guerra fredda e culminato con il crollo del muro di Berlino. Papa Francesco lo ricorda sull’Osservatore Romano: “Intercedi perché in questi tempi difficili siamo testimoni di gioia e di misericordia”

Il 18 maggio 2020 cade il centenario della nascita di Papa Giovanni Paolo II, primo pontefice polacco della storia della Chiesa - e il primo non italiano dopo quasi 500 anni - e tra i grandi protagonisti del Novecento. Karol Wojtyla nacque il 18 maggio 1920 a Wadowice, nella Polonia meridionale, Paese che era tornato a esistere da appena un anno. Diventato arcivescovo di Cracovia, il 16 ottobre 1978 fu chiamato al soglio pontificio, diventando uno dei Papi più longevi e carismatici della storia. Il 27 aprile 2014 è stato proclamato santo da Papa Bergoglio. Il 17 maggio l’Osservatore Romano gli ha dedicato un numero speciale con un pensiero di Papa Francesco: “Intercedi perché in questi tempi difficili siamo testimoni di gioia e di misericordia”, è la preghiera rivolta al predecessore dall’attuale Pontefice Bergoglio, che il 27 aprile 2014 lo proclamò santo insieme a Giovanni XXIII.

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venerdì 15 maggio 2020

È morto Ezio Bosso, il pianista che sapeva volare

Aveva 48 anni, conviveva dal 2011 con una malattia neurodegenerativa



PIERO NEGRI

Ezio Bosso è la persona più rock’n’roll che abbia mai conosciuto. Non c’entra la musica, c’entrano lo spirito di contraddizione, la passione, la lotta contro giudizi e pregiudizi, la libertà intellettuale. Ezio Bosso era un uomo libero, era riuscito a liberarsi anche dal nemico più insidioso, che non era la malattia neurovegetativa di cui soffriva da quasi dieci anni, ma il successo. Quello grande, di massa, quello di Sanremo. Ezio se ne è andato ieri nella sua casa di Bologna a 48 anni.

Ci eravamo visti in una piola dalle parti di Palazzo Barolo, la sua casa torinese dove teneva lezioni di musica che chiamava «Studi aperti», in cui suonava e condivideva il pianoforte con studenti, musicisti, appassionati. Sarebbe partito per il Festival 2016 il giorno dopo e l’idea di salire su quel palcoscenico come un malato lo preoccupava più di ogni altra cosa. «Non mi lascerò strumentalizzare - mi aveva detto - non permetterò a Carlo Conti di spingere la carrozzina, le domande sulla malattia le rispedirò al mittente». Tutti ricordano come andò a finire, l’ascolto alle stelle, milioni di italiani che improvvisamente interrompevano il salto continuo da un canale all’altro, si fermavano su Sanremo e si dimenticavano perfino di twittare (questo era il dato che lo rendeva più orgoglioso, aveva fermato i social network!) per ascoltare una persona che non avevano mai ascoltato prima, una musica che non si era mai sentita in televisione.

martedì 12 maggio 2020

Morto il cardinale Renato Corti, era stato vescovo di Novara dal 1990 al 2011

Da alcuni anni viveva al santuario di Rho. 
Aveva 84 anni

E’ morto questa mattina alle 9 il cardinale Renato Corti, 84 anni, vescovo di Novara dal 1990 al 2011. Nel 2016 Papa Francesco lo aveva creato cardinale. Da quando aveva lasciato la guida della diocesi di San Gaudenzio si era trasferito a vivere a Rho, nel centro di spiritualità dei Padri oblati missionari. Era stato un ritorno «a casa» il suo visto che dall’arcidiocesi di Milano proveniva e lì questa mattina è morto, dopo che negli ultimi mesi le sue condizioni erano peggiorate.
«Coloro che lo hanno amorevolmente assistito - scrive il vicario generale della diocesi di Novara don Fausto Cossalter – testimoniano la serenità con la quale ha vissuto questi ultimi mesi fino al momento conclusivo del trapasso. Il vescovo Renato si è consumato lentamente offrendo tutta la sua vita per la Chiesa».
Renato Corti era infatti nato a Galbiate (allora provincia di Como e oggi a Lecco) il 1° marzo 1936 da famiglia di lavoratori. Era stato ordinato prete nel 1959 dal cardinale Giovanni Battista Montini (futuro Paolo VI). Dopo vari incarichi in diocesi nel 1980 fu scelto dall’arcivescovo Carlo Maria Martini come vicario generale dell’arcidiocesi di Milano. «Una nomina che sorprese per la giovane età del candidato, ma che si rivelò quanto mai opportuna».Venne nominato vescovo di Novara, il 19 dicembre 1990, prendendo il posto di Aldo Del Monte e fece l’ingresso il 3 marzo 1991.
Nei ventuno anni alla guida della diocesi di Novara viene ricordato come «un uomo dalla grande spiritualità, attento alla cura e ala formazione dei sacerdoti, ma anche premuroso verso i giovani e le famiglie». Per un decennio fu vice presidente della Conferenza episcopale italiana e fu membro della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli
Nel 2005 aveva predicato in Vaticano gli esercizi spirituali alla Curia, gli ultimi a cui aveva preso parte Giovanni Paolo II. Nel 2015 Papa Francesco gli aveva chiesto di scrivere le meditazioni per la Via Crucis del Venerdì Santo al Colosseo e un anno dopo lo aveva creato cardinale. 
«Lo affidiamo commossi e grati all’abbraccio misericordioso del Padre che ora potrà incontrare “cor ad cor” con la Vergine Maria e tutti i Santi nella Gerusalemme celeste – termina la lettera della diocesi di Novara – Appena possibile, comunicheremo le modalità dell’ultimo commiato della nostra Chiesa novarese al suo amato vescovo emerito Renato».
LASTAMPA.IT