giovedì 31 marzo 2016

Il primo domese? Si chiamava Claro Fuenno, e la sua tomba era sotto il viale della Stazione


DOMODOSSOLA - Il primo domese di cui si ha notizia certa si chiamava Claro Fuenno, visse intorno al primo secolo dopo Cristo e venne sepolto con un famigliare, probabilmente il padre. La sua tomba venne scoperta nel 1972 a sei metri di profondità sotto l'incrocio tra Corso Moneta e Corso Ferraris, mentre si scavava un pozzo perdente. C'era una lapide, andata persa ma documentata da un disegno effettuato da Paolo Bologna e riportata in diverse pubblicazioni da Tullio Bertamini, alta circa 130 cm e larga 60 centimetri con la cima arrotondata, alla cui sommità era inserita una rosa a sei petali, la rosa celtica, e c'era inciso “Vivi  fecer Claro Fuenno et S eius patri p  p” ovvero: “Da vivi eressero per Claro Fuenno e per S... suo padre a proprie spese”. Il suo nome sembra indicare un Leponzio che volesse "nobilitarsi" con il termine romano di Claro. Era una tomba ad inumazione, delimitata da un muro di  pietre a secco e coperta da grosse lastre di beola locale. All'interno il corredo era forse ai piedi dei defunti, di cui si sono rinvenuti scarsi resti ossei, le armi erano poste al fianco. Un’olletta fu trovata all’esterno della tomba. 

Questo è stato l'unico ritrovamento in quell'area che doveva essere la necropoli dell'antica Oscela Lepontiorum, la capitale dei Leponzi, che era invece edificata probabilmente sulla collinetta dove ora insiste piazza Mercato. E' così innegabile che ai tempi dei romani non esistesse una cittadina in quel luogo, anzi è indimostrabile il contrario. Nel corso dei secoli il Bogna, che correva ai tempi dove attualmente c'è la tangenziale dalla Chiesa, ed il Toce, sono esondati più volte, accumulando detriti. Basta pensare che la tomba è stata ritrovata sei metri sotto l'attuale livello stradale, nascondendo così ogni resto dell'epoca romana. I Leponzi non potevano che scegliere il luogo dove ora sorge Domodossola per una capitale, proprio perchè rispetto agli altri insediamenti, come quelli in provincia di Varese, era praticamente inespugnabile, difesa da alte montagne senza sbocchi, se non il Monscera o Binn, e facilmente difendibile a sud. Insomma, anche in questo caso, come sempre accade, è la geografia a fare la storia. Sarebbe bello che il Comune di Domodossola decidesse di premiare il domese dell'anno istituendo un premio chiamato "Claro Fuenno" in onore di questo antico concittadino e della gloriosa capitale in cui aveva visssuto.

da http://www.ossola24.it/

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