mercoledì 23 marzo 2016

Quei 99 bambini fatti nascere in casa dalla stessa levatrice

In Ossola i ricordi di Luigina Monfrinotti: solo il centesimo vide la luce in ambulanza


ARIANNA TOMOLA
CEPPO MORELLI (VERBANIA)

Una cassetta delle mele come culla e gli esami alle partorienti fatti in casa con una candela anziché nei laboratori ad alta specializzazione. Un’altra epoca quella che racconta Luigina Monfrinotti, 88 anni ad agosto, l’ostetrica che ha fatto nascere per un decennio tutti i bambini di una valle, la Anzasca, versante ossolano del Monte Rosa. 

Nel tempo in cui si cercava di dimenticare la guerra, il Paese viveva un clima di fermento e grande espansione, nascere in ospedale era ancora un privilegio per pochi, soprattutto in montagna. Non di certo di chi abitava in paesini semisconosciuti come Ceppo Morelli o Bannio Anzino, o anche nella più nota Macugnaga. Luigina Monfrinotti, arrivata in Ossola nel 1956, nelle case della sua valle ha fatto venire al mondo 99 bambini: «Il centesimo è nato in ambulanza mentre andava all’ospedale, così non l’ho segnato sul mio registro». Era ormai il 1966, e da quel momento tutti sono nati in ospedale. 

Luigina, la nonna di tutti in questa valle, racconta «di quel neonato prematuro che non pesava nemmeno due chili: l’ho messo in una cassetta delle mele avvolto nella lana di pecora, ed è cresciuto a cucchiaini di latte di capra perché la mamma non ne aveva e il ciuccio non lo teneva. Adesso è papà di due ragazzi».  

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da http://www.lastampa.it/

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