I terreno contestati sono anche quelli dove è stata costruita la sede di
Domodossola della Comunità montana
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Causa intentata dagli eredi per un passaggio di proprietà degli Anni Settanta. Dopo due condanne, la giunta prova la strada della Cassazione
LUCA BILARDO
DOMODOSSOLA
Ci sono un milione e duecento mila euro che il Comune di Domodossola rischia, manca solo la sentenza della Cassazione, di dover pagare per espropri non in regola fatti tra gli Anni 70 e 80. E l’ulteriore beffa è che per quegli stessi terreni, a ridosso del centro storico, nel 2012 l’amministrazione aveva già concordato il pagamento di 650 mila euro alla stessa famiglia che ora chiede altri danni.
Resistenza in giudizio
A differenza del passato però la giunta del sindaco Mariano Cattrini (centrosinistra) non intende arrivare a un accordo e, nonostante in primo grado e in Appello siano già arrivate le condanne, tenta la strada della Cassazione. Nei giorni scorsi ha affidato l’incarico all’avvocato Paolo Scaparone di Torino, mettendo a bilancio 25 mila per l’azione legale.
E’ l’ultima tappa della lunga vicenda che vede protagonisti gli eredi della famiglia Bragoni e il Comune di Domodossola. Al centro di questa battaglia i terreni dove sono stati costruiti la sede della Comunità montana, l’ex pretura e alcune case popolari, a ridosso dell’ospedale. Una prima causa per quelle aree aveva visto il Comune di Domodossola condannato in primo grado al pagamento di 1,2 milioni di euro. Per evitare di procedere con l’iter processuale, Comune ed eredi arrivarono nel 2012 a un accordo di 650 mila euro. «Incassata la somma però - spiega il sindaco Mariano Cattrini - hanno deciso di aprire un’altra causa, benché nell’accordo era previsto che nulla venisse più chiesto. Sostengono che la cifra riguardava solo il danno per l’esproprio e non quello legato alla costruzione di nuovi edifici».
«Sono soldi dei cittadini»
Ora quindi viene chiesto un ulteriore rimborso e la Corte d’appello di Torino ha già condannato il Comune. «Seguendo i consigli dei legali, proseguiremo in Cassazione - precisa l’assessore al Bilancio Lilliana Graziobelli -. La speranza è di non dover sottrarre così tanti soldi ai servizi cittadini».
Questo è solo uno dei tanti contenziosi sugli espropri che negli ultimi quattro anni sono già costati 2 milioni di euro. E altri - di entità più piccole - sono ancora in corso. «Abbiamo deciso di regolarizzare posizioni che si protraevano da decenni - conclude il sindaco -. In quegli anni gli accordi avvenivano sulla parola e “su carta” restava molto poco, altrimenti non avrebbero fatto la richiesta di danni 30 anni dopo».
da http://www.lastampa.it/
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