sabato 27 luglio 2013

Quando il tempo che passa era scandito dai raggi solari

Guido Dresti con alcuni orologi che ha costruito
Craveggia, in mostra orologi rari costruiti da un pensionato vigezzino

RENATO BALDUCCI
CRAVEGGIA
 
Un salto indietro nel tempo, rispolverando strumenti e orologi rari. Tutti realizzati da Guido Dresti, un vigezzino che sta dedicando i suoi giorni da pensionato alla realizzazione di oggetti singolari, con una passione tale che gli ha permesso di riportare alla luce anche l’astrario, l’orologio astronomico ideato e realizzato nel 1300 dal matematico Giovanni Dondi, per dimostrare con esattezza la descrizione dei moti dei corpi celesti di Aristotele, fornendo anche la posizione nello zodiaco dei sette astri usati per formulare gli oroscopi. Uno dei pochi esemplari esistenti al mondo. 
 
Un «pezzo» di valore venuto alla luce dopo due anni di studi, progetti e lavoro manuale che Dresti ha costruito nella sua cantina-laboratorio a Craveggia. L’astrario sarà una dei cinque orologi e strumenti astronomici che il vigezzino esporrà alla mostra che aperta da oggi, nei locali dell’ex orfanotrofio a Craveggia, in Val Vigezzo. Interverrà Marisa Addomine, esperta in orologeria antica e collaboratrice di musei e università. Sarà un percorso tra gli strumenti di misura usati in un arco di 2 mila anni: dagli orologi solari portatili a quelli di natura astronomica, legati al Sole, al moto dei pianeti e delle stelle. Ci saranno una decina di astrolabi, la sfera armillare, una volvella lunare, gli equatorium di Campano da Novara e lo «Scappamento di Galileo», il modello che riproduce il primo progetto di applicazione del pendolo in orologeria per controllare la regolarità delle oscillazioni.  
 
La mostra rimarrà aperta sino all’1 settembre tutti i giorni dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19,30. Dresti ha anche preparato un catalogo della mostra, aiutato da Rosario Mosello, ex direttore del Cnr di Verbania.  
 

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