lunedì 22 luglio 2013

Trovato morto nel canale Enel, ordinata una seconda autopsia

Le cause sono ancora da chiarire: è il cadavere di un marocchino di 29 anni residente a Piedimulera

RENATO BALDUCCI
VILLADOSSOLA
 
Due autopsie, eseguite in un paio di giorni, per capire di cosa è morto il marocchino di 29 anni trovato martedì nelle acque del canale Enel a Villadossola. La magistratura vuole chiarire ogni dubbio sulla morte di quel ragazzo - con qualche precedente per droga - il cui corpo è stato ripescato dai vigili del fuoco di Domodossola. Non convinta del primo esame autoptico, ne ha disposto un altro. Che ci sia ancora qualcosa da chiarire nella ricostruzione lo si intuisce proprio dal doppio esame autoptico fatto fare nel giro di 48 ore. 
 
Il dubbio da risolvere è dovuto alla scarsa presenza di acqua nei polmoni di questo ventinovenne che abitava, regolarmente, a Piedimulera, un comune della Bassa Ossola.  
Sull’accaduto gli inquirenti mantengono un profilo basso. L’ipotesi dei carabinieri della Compagnia di Domodossola rimane quella di suicidio; come detto la scarsa presenza di acqua nei polmoni ha indotto il magistrato Bianca Maria Baj Macario a disporre una nuova autopsia, eseguita sabato pomeriggio all’obitorio dell’ospedale «San Biagio» di Domodossola, dove il corpo è stato portato dopo essere stato ripescato dal canale.  
Nessuno dei due esami ha rilevato segni di colluttazioni sulla salma del marocchino. L’allarme era stato dato martedì dai dipendenti della centrale idroelettrica, che avevano notato il corpo impigliato nella griglia. Poco distante, i carabinieri hanno trovato il motorino con cui il ragazzo sarebbe arrivato da Piedimulera che dista pochi chilometri da Villadossola.  
 
Il cadavere era impigliato nella griglia della centrale Enel che si trova nella zona Sud di Villadossola: è un ostacolo che serve a frenare tronchi e oggetti vari, dove però si fermano anche i corpi di chi si toglie la vita gettandosi in acqua a monte.  
 

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