martedì 19 marzo 2013

Domodossola: "Dall'Ossola al Giappone, ho girato il mondo con le note del mio sax"

Il musicista domese Franco Bertagnini festeggia 50 anni di carriera: ha incontrato Battisti e Mina, suonato per i principi di Monaco e i reali di Svezia

FRANCESCA ZANI

La vita del musicista somiglia a quella del bohémien, dell’artista giramondo, che fa della sua passione un mestiere. È la strada che cinquant’anni fa ha scelto di intraprendere il domese Franco Bertagnini, con l’inseparaile sassofono. Festeggia quest’anno una carriera ricca di incontri e viaggi che lo hanno portato ad esibirsi con Lucio Battisti, Mina, per i Reali di Svezia e di Monaco, in tutti gli alberghi e i locali più in voga, alternando la permanenza in hotel a cinque stelle a «rifugi» improvvisati. «Se mi chiedessero di tornare indietro e scegliere una professione, risponderei ancora il musicista - afferma Bertagnini -. Ho avuto la possibilità di mantenermi dedicandomi alla mia grande passione, imparando lingue nuove, viaggiando in tutto il mondo. Ho sacrificato, a volte, gli affetti e la famiglia, ma ho ricavato in cambio un bagaglio di esperienze e di incontri positivi e importanti».
 
Cresciuto in una famiglia di musicisti, sotto la guida del cognato Ilario che fece studiare le note e gli spartiti ai nipoti anche otto ore al giorno, Bertagnini suonò per dieci anni con «I Domodossola», gruppo vocale e strumentale che si impose negli Anni 70 partecipando al Festival di Sanremo ed esibendosi in tutta la penisola, insieme ai nipoti Laura, Maura, Bani e Riccardo Miserocchi. La carriera da solista del musicista domese iniziò invece negli Anni 60: prima con un quintetto in Danimarca, poi in un sestetto con cui collaborò per tre mesi in Libia, fino ad approdare nel 1965 al casinò di San Remo, dove la sua orchestra «I Campioni» si esibiva con un giovane chitarrista allora sconosciuto. «Era Lucio Battisti - racconta il sassofonista domese -. Dormivamo nella stessa pensione in corso Matteotti. Io ero molto bravo a suonare il flauto e Lucio voleva che gli insegnassi. Lo ritrovai a Bari qualche anno dopo durante il Festival “La caravella dei successi” al teatro Petruzzelli, quando ormai era famoso». Dagli esordi la carriera di Bertagnini non si è mai arrestata e lo ha portato in tutto il mondo: dalla Francia, alla Svezia, il Giappone, la Germania, sulle navi da crociera in Scandinavia, fino ai club esclusivi di Montecarlo e Saint Moritz.

«Il periodo compreso tra gli Anni 60 e 80 è stato un momento d’oro - aggiunge -. I grandi alberghi organizzavano serate di gala eleganti a cui partecipavano personaggi di spicco, che spesso si dilettavano a cantare con noi, tra cui la famiglia Agnelli, Carolina di Monaco, Soraya di Persia». «Ho smesso nel momento giusto - conclude il musicista -, certi ambienti non esistono quasi più e la crisi si sente, i primi tagli riguardano la musica e gli alberghi tendono a far suonare un solo pianista, ma l’orchestra completa aveva un altro fascino».

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