sabato 20 febbraio 2016

Ottant’anni fa le Olimpiadi di Garmisch: due ossolani nella “pattuglia degli eroi”

Scilligo e Schranz vinsero sui 25 chilometri di fondo e tiro: la gara era solo dimostrativa



TERESIO VALSESIA
DOMODOSSOLA

A distanza di ottant’anni l’Ossola ricorda la vittoria italiana alle Olimpiadi di Garmisch-Partenkirchen, con la pattuglia degli alpini della quale facevano parte Sisto Scilligo di Formazza ed Ettore Schranz di Macugnaga. Era il 14 febbraio 1936: una data importante per lo sport italiano poiché fu la prima affermazione sulle nevi in ambito olimpico anche se la competizione non è entrata nell’albo d’oro dei giochi poiché la gara (fondo di 25 km e tiro) fu disputata come sport dimostrativo. Del quartetto italiano, guidato dal capitano Enrico Silvestri facevano parte anche l’altoatesino Luigi Perenni e il valtellinese Stefano Sertorelli. 

«Al nostro arrivo sulle Alpi bavaresi l’accoglienza non è stata delle migliori», ricordava Scilligo nel libro «Gli invincibili dello sci» (ed. Interlinea) di Benito Mazzi. L’Italia pagava lo scotto della guerra d’Etiopia, iniziata pochi mesi prima. Ma l’ostruzionismo e addirittura il boicottaggio delle altre squadre nazionali (tutte formate da militari) erano serviti a cementare la reazione e lo spirito patriottico della nazionale italiana, con allenamenti durissimi sotto la guida del capitano Silvestri che aveva organizzato la spedizione con meticolosità, utilizzando sci di fabbricazione finlandese. Gli alpini tagliarono il traguardo con 14 secondi di vantaggio davanti alla Finlandia.  

La riserva
Ettore Schranz aveva dovuto accontentarsi del ruolo di riserva a causa di un banale incidente avvenuto poche settimane prima: era caduto cercando delle stelle alpine per la figlia del capitano Silvestri. Ma l’ufficiale l’aveva voluto ugualmente con la pattuglia poiché nelle precedenti edizioni del Trofeo Mezzalama si era classificato al secondo posto insieme al giovanissimo Achille Compagnoni, che nel 1954 sarebbe stato il primo a raggiungere la vetta del K2. 

Dopo l’inattesa vittoria non mancarono gli elogi e gli onori da parte dei concorrenti sconfitti, con una cena ufficiale organizzata dei gerarchi tedeschi. A Roma erano attesi da Mussolini che aveva promesso il lauto premio di 30 mila lire. «In realtà non li abbiamo mai ricevuti», ricordava Scilligo. I ricevimenti proseguirono con il principe Umberto e papa Pio XI, il grande alpinista che conosceva bene Macugnaga e la Formazza. Scilligo e Schranz guadagnarono solo una promozione di grado, riprendendo poi il lavoro nei rispettivi paesi. Schranz fu uno degli ideatori della seggiovia del Belvedere che aprì il boom del turismo a Macugnaga.  

da http://www.lastampa.it/

Nessun commento:

Posta un commento