domenica 28 febbraio 2016

Troppo lontano l'ospedale di Domo, Alessio è nato nella notte in casa a Formazza.


FORMAZZA - La Guida Michelin lo dice: 42 km, un'ora di viaggio. Ma gli abitanti di Formazza lo sanno già, come sanno d'essere un po' lontani dai servizi che ha chi abita a fondovalle o in pianura . E per questo, Alessio, un bel bimbo di 2 chili e sette etti, ha deciso di venire al mondo a casa, tra le sue montagne, in quel nido d'aquila che era l'emblema di chi ha sempre difeso il punto nascita di Domodossola. Mamma Eleonora Samonini non ce l'ha fatta a raggiungere l'ospedale di Domodossola, distante un'ora di viaggio, un tragitto lungo le valle per di più  in condizioni meteo brutte: pioggia e nevischio che avrebbero reso un calvario la discesa verso il San Biagio. Erano le due e mamma Eleonora ha capito che Alessio voleva venire al mondo a tutti i costi. Ha chiamato il marito Roberto Sgarbi e da Valdo, dove la famiglia abita, è partita la chiamata al 118. Ma Alessio non ha più atteso e così hanno  deciso per il parto in casa. Intanto in loro aiuto erano accorsi i volontari della locale ambulanza, il tutto mentre il mezzo del 118 saliva verso Formazza. ''I nostri volontari sono stati eccezionali'' dicono adesso i famigliari. Tutto è andato bene. Alessio è vivo e vispo,  la mamma sta bene. E Formazza, poco di più di 400 abitanti, ultimo caposaldo a ridosso della Alpi oltre le quali c'è la Svizzera, ha ora un residente in più. Tutto è finito bene ma la distanza di Formazza, come di altri centri montani del Vco, dagli ospedali conferma che non c'è mezzo che tenga. Si fa presto negli uffici regionali a Torino parlare di elicotteri che volano di notte, medicalizzate, stam o altri mezzi di soccorso. Vivere in montagna ha i suoi rischi. Riempire le paure solo con le parole non basta.

da http://www.ossolanews.info/ultime/

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