venerdì 2 agosto 2013

Pieve Vergonte, il paese si mobilita dopo il rogo alla stalla

Partita una raccolta fondi per la famiglia Pirazzi

RENATO BALDUCCI
PIEVE VERGONTE
 
Un paese mobilitato per aiutare la famiglia Pirazzi, messa in ginocchio dall’incendio che nel tardo pomeriggio del 30 giugno - un mese fa - distrusse la stalla, unica risorsa di questi agricoltori che vivono grazie alla vendita di latte, formaggio e burro. Le fiamme in poche ore hanno spazzato via anni di sacrifici e sudore, lasciando in piedi soltanto quattro mura annerite. 
 
Non c’è negozio che non abbia esposto l’improvvisato salvadanaio con la scritta «Aiutiamo Vittorio a ricostruire»: è una mano tesa a Vittorio Pirazzi, a sua moglie Maria Laurenti, ai figli Cristina e Pier Felice. Che da quella stalla «cavavano» le risorse per tirare avanti. Sulle piccole lattine spicca la foto dell’incendio, ma anche un appello a essere solidali. E la gara non pare avere confini: oltre a Pieve Vergonte anche in altri paesi c’è chi ha esposto il salvadanaio, da Anzola a Pallanzeno, a Piedimulera. «Non abbiamo chiesto aiuto a nessuno, ma qui la gente si è mobilitata. Non ce l’aspettavamo, ma ci ha fatto piacere» dice Maria Laurenti che continua a tenere aperta la latteria di via Cicoletti, nel centro del paese ossolano.  
 
«Alcune persone ci hanno voluto aiutare ed è nata questa iniziativa che ci ha fatto piacere - dice la donna -. Sono stati alcuni amici di Fomarco, la frazione alta del paese, a dare il via alla campagna che ha coinvolto Pieve Vergonte e altri paesi vicini. Un aiuto ce l’ha dato anche l’amministrazione comunale». 
La solidarietà non si ferma alla raccolta fondi. Un altro allevatore pievese ha «prestato» ai Pirazzi la sua stalla. «Roberto Ghivarelli è stato generoso - dice Maria -. Lui è a Cheggio con le sue bestie e ha voluto dare a noi la sua stalla che resterà vuota sino a quando gli animali non scenderanno dalla valle Antrona. Senza di lui non avremmo saputo dove ricoverare le nostre mucche».  
 
Diciannove bestie - una sola è morta tra le fiamme - salvate dai vigili del fuoco e dagli stessi proprietari intervenuti quella drammatica domenica sera, poco dopo che la stalla era diventata una palla di fuoco inavvicinabile. «Abbiamo salvato gli animali - racconta la donna -, ma quanto è accaduto le ha segnate. Oltre allo spavento, hanno delle piaghe e perdono la pelle. Speriamo che possano riprendere a fare latte e vitelli. Le stiamo curando con delle medicazioni disinfettanti». Intanto, mentre la solidarietà corre veloce, i tempi della burocrazia vanno al rallentatore. La famiglia Pirazzi è ancora alle prese con l’assicurazione per i danni subiti dal fuoco che si è mangiato, oltre alla stalla, tutto il fieno e soprattutto auto, trattori, attrezzature per la manutenzione. «Nessun ha saputo dire con esattezza le cause dell’incendio - dice -, anche se si parla con insistenza di autocombustione. E pensare che da un po’ io e mio marito volevamo portar via quel fieno dalla stalla, per metterlo in un altro caseggiato. Non abbiamo fatto in tempo».  
 

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