venerdì 9 agosto 2013

Trentacinque anni fa l’alluvione “I vigezzini hanno saputo reagire”

A Toceno è stato ricordato quel drammatico 7 agosto

FILIPPO RUBERTA'
 
TOCENO
 
Una reazione collettiva che ha dato a tutta la valle lo slancio per raggiungere altri traguardi». Questa la testimonianza più ricorrente della gente della Val Vigezzo che mercoledì ha ricordato a Toceno il 35° anniversario dell’alluvione che il 7 agosto del 1978 ha provocato gravissimi danni.  
 
Una giornata drammatica, con due ore di pioggia intensissima che si è lasciata alle spalle 14 morti e un paesaggio spettrale. «In un attimo - racconta Claudio Cottini, oggi sindaco di Santa Maria Maggiore - il cielo ha assunto colori mai visti e poi c’è stata una scarica di pioggia devastante. Soltanto l’indomani ci rendemmo conto che i torrenti avevano invaso i paesi tirando giù tutto quello che incontravano».  
 
C’è ancora grande emozione in chi ha vissuto quelle giornate e lo scrittore Benito Mazzi sottolinea: «Nessuno ha dimenticato e la massiccia presenza per questa ricorrenza ne è la conferma». Viva è la memoria della devastazione e della paura ma anche quella della ricostruzione. Tutti hanno atto della capacità della popolazione di unirsi e cominciare a lavorare. La stessa unità è stata dimostrata dai partiti. Albino Barazzetti, allora sindaco di Malesco e vicepresidente della Comunità montana, coordinò gli interventi: «I vigezzini si sono rimboccati le maniche e i partiti hanno lavorato fianco a fianco, mettendo davanti a tutto gli interessi del territorio. La Val Vigezzo dovrebbe essere citata anche oggi come esempio di una ricostruzione fatta in tempi rapidi, col concorso di tutti, senza polemiche e con molta trasparenza. Non dimentichiamo che in pochi giorni la ferrovia vigezzina fu di nuovo in grado di funzionare».  
 
«Tutti - riprende Cottini - acquistammo maggior consapevolezza sull’importanza della manutenzione che va fatta a strade e torrenti, un’attività verso la quale va mantenuta sempre alta la guardia se non si vuole rimanere isolati». Un atteggiamento che ha portato ad ottenere finalmente una strada sicura che in poco più di 10 minuti collega i maggiori paesi a Domodossola. «Turisticamente - dice Mazzi - la Val Vigezzo andava bene già allora, ma con la strada nuova si è fatto un salto di qualità importante. Però non è stato facile, dopo i morti dell’alluvione ce ne sono voluti altri prima di arrivare ad una decisione che non poteva più essere rimandata».  
 

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