mercoledì 26 giugno 2013

Sepolto ai piedi della Valgrande dove aveva lottato per la libertà

A. Pasta con foto del "suo" comandante D. Superti
Ieri a Vogogna il funerale del partigiano milanese Angelo Pasta

RENATO BALDUCCI

VOGOGNA

Ha voluto essere sepolto in Ossola, in quella terra dove aveva combattuto con i partigiani contro i nazifascisti. Angelo Pasta, 88 anni, milanese, giace da ieri nel cimitero di Vogogna, una delle «porte» di accesso alla Val Grande, dove rimase ferito e rischiò la vita durante i rastrellamenti delle truppe tedesche.

Pasta è morto a Verbania, dove abitava da alcuni anni. Aveva deciso di ritirarsi a Intra, dove accompagnava anche i giovani alla scoperta della Casa della Resistenza di Fondotoce e raccontava la sua storia. Non aveva parenti, ma era circondato dall’affetto degli amici e di chi aveva vissuto con lui i difficili ma esaltanti momenti della Resistenza. Ieri al funerale c’erano alcuni di quei compagni con i quali, neanche ventenne, era salito sui monti per entrare nelle fila della divisione Valtoce. «Qui ha voluto essere sepolto perché qui ha lavorato per un mondo nuovo, diverso» ha detto nella predica don Paolo Pessina, parroco di Vogogna. Ad accompagnarlo i partigiani con i fazzoletti al collo, la bandiera della divisione Valtoce e dell’Anpi di Verbania.

Nessun commento:

Posta un commento