martedì 4 giugno 2013

Un patto tra Avis e Cai: scoprire i rifugi aiutando le donazioni di sangue

Rifugio Andolla Valle Antrona
«Il cuore alla montagna» è il titolo del progetto: sconti per gli escursionisti e raccolta fondi

RENATO BALDUCCI

DOMODOSSOLA

«Il cuore alla montagna... il sangue a chi ne ha bisogno». È lo slogan che in val d’Ossola unisce il Cai e l’Avis, in un’iniziativa benefica per valorizzare i rifugi alpini distribuiti sulle Alpi Pennine e Lepontine che fanno da cornice alla valle del Toce.
L’alleanza ha un doppio filo: festeggiare i 150 anni del Cai e dare un impulso alla «campagna acquisti» dell’Avis ossolana, sezione che è già tra le più folte in Italia: 3.950 i donatori iscritti.
All’escursionista basterà raggiungere uno dei rifugi che hanno aderito all’iniziativa per poter avere una maglietta dell’Avis versando un contributo minima di 9 euro. Chi conquisterà almeno dieci rifugi riceverà in premio una maglietta termica, per gli escursionisti sconto di 10 euro sul trattamento di mezza pensione e un piatto speciale di montagna da gustare a soli 15 euro. «La promozione serve a dare più visibilità a noi che siamo nascosti lassù, tra le vette, e a rilanciare l’invito a donare il sangue» dice Marco Valsesia, titolare del rifugio Città di Busto, in alta valle Formazza, dove corre l’antica mulattiera del Gries che nel 1300 divenne una delle principali via alpina per il commercio tra il nord e il sud Europa.

Chi ha aderito. In Formazza sono «coinvolti» i rifugi Margaroli, Bim-Se, Maria Luisa, Miryam. In valle Antrona l’Andolla e il Città di Novara. Ai piedi della parete himalayana del Monte Rosa, in una valle Anzasca, l’Oberto-Maroli e lo Zamboni zappa. In Vigezzo i bivacchi Bonasson, Greppi, Al Cedo e Regi. Nella val Bognanco Il Laghetto e il Gattascosa e la Capanna Castiglioni all’alpe Devero, il Città di Arona a Veglia e il Crosta all’alpe Solcio in valle Divedro lungo la via del Sempione.

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