martedì 19 aprile 2016

Un quadro in feltro donato alla Chiesa del Cristo Risorto per il Giubileo

don Massimo Bottarel, parroco Villadossola

VILLADOSSOLA – Nell'anno del Giubileo della Misericordia la chiesa di Cristo Risorto si è arricchita di un quadro che raffigura il logo del Giubileo. Una parrocchiana che ha già eseguito tovaglie e ricami per il Vaticano e in particolare per la Basilica di San Pietro ha infatti voluto donare l'opera alla chiesa villadossolese. Il lavoro in feltro ricamato è stato posizionato ai piedi della statua di San Bartolomeo. “Qualche tempo fa una mia parrocchiana- spiega il parroco don Massimo mi ha chiesto se gli procuravo il logo del Giubileo. La settimana scorsa mi ha consegnato il lavoro, abbiamo scelto di mettere il quadro sotto la statua del patrono di Villadossola. Il logo e il motto offrono insieme una sintesi felice dell’Anno giubilare. Nel motto Misericordiosi come il Padre (tratto dal Vangelo di Luca, 6,36) si propone di vivere la misericordia sull’esempio del Padre che chiede di non giudicare e di non condannare, ma di perdonare e di donare amore e perdono senza misura. 

Il logo – opera del gesuita Padre Marko I. Rupnik – si presenta come una piccola summa teologica del tema della misericordia. Mostra, infatti, il Figlio che si carica sulle spalle l’uomo smarrito, recuperando un’immagine molto cara alla Chiesa antica, perché indica l’amore di Cristo che porta a compimento il mistero della sua incarnazione con la redenzione. Il disegno è realizzato in modo tale da far emergere che il Buon Pastore tocca in profondità la carne dell’uomo, e lo fa con amore tale da cambiargli la vita. Un particolare, inoltre, non può sfuggire: il Buon Pastore con estrema misericordia carica su di sé l’umanità, ma i suoi occhi si confondono con quelli dell’uomo. Cristo vede con l’occhio di Adamo e questi con l’occhio di Cristo. Ogni uomo scopre così in Cristo, nuovo Adamo, la propria umanità e il futuro che lo attende, contemplando nel Suo sguardo l’amore del Padre. La scena si colloca all’interno della mandorla, anch’essa figura cara all’iconografia antica e medioevale che richiama la compresenza delle due nature, divina e umana, in Cristo. I tre ovali concentrici, di colore progressivamente più chiaro verso l’esterno, suggeriscono il movimento di Cristo che porta l’uomo fuori dalla notte del peccato e della morte. La profondità del colore più scuro suggerisce anche l’imperscrutabilità dell’amore del Padre che tutto perdona.


da http://www.ossola24.it/

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