venerdì 17 maggio 2013

Chiusura Punto Nascite: l'Ossola presenta ricorso al Tar

In data odierna la Comunità Montana delle Valli dell’Ossola e 32 comuni ossolani hanno presentato ricorso al TAR contro la Regione Piemonte e contro l’ASL V.C.O. per l’annullamento – previa sospensione – della Delibera della Giunta Regionale n. 6–5519 del 14 marzo 2013 con la quale si prevede la disattivazione entro il 30 giugno 2013 del punto nascita di Domodossola.

“Si tratta di un atto senz’altro dovuto posto che tale disattivazione incide direttamente ed immediatamente su specifici diritti soggettivi e interessi legittimi degli ossolani e comporta un pregiudizio grave per la salute delle nostre madri gestanti e dei nostri neonati – spiega l’Assessore Filippo Cigala Fulgosi che continua – diverrebbero infatti 85 i km distanza dal più vicino ospedale per alcuni abitanti e addirittura 125 km se effettuati con l’apposita ambulanza che dovrebbe essere ubicata a Domodossola, sempre auspicando che in quel frangente la stessa ambulanza non venga impegnata in analogo servizio e che le condizioni delle strade e del tempo le consentano di arrivare”. Numerose oltre a questa sono le argomentazioni a sostegno del ricorso: dall’incompetenza della Giunta Regionale che avrebbe solo funzioni di coordinamento nell’ambito delle disposizioni del Piano Socio-Sanitario approvato dal Consiglio Regionale il quale non prevede in alcun modo la disattivazione del Punto Nascita di Domodossola, alla violazione del Patto per la Salute 2010/2012 siglato dalla Conferenza permanente Stato-Regioni, dalla disparità di trattamento rispetto ai mantenuti punti nascita di Chieri, Vercelli, Mondovì, Casale Monferrato (che non superano il parametro dei previsti 1000 nati/anno) nonché di quelli montani di Susa e Borgosesia (che non superano i previsti 500 parti/anno), all’eccesso di potere per travisamento di fatti, difetto di istruttoria, difetto assoluto di motivazione, mancata valutazione dei presupposti, irrazionalità ed ingiustizia manifesta. “Anche potendo comprendere le esigenze di bilancio della Regione e dello Stato non è ammissibile, come ho già detto in più riprese, che a parità di imposizione fiscale i contribuenti montani abbiano minori servizi rispetto a chi vive nei medi e grandi centri urbani soprattutto di carattere socio-sanitario o scolastico” – prosegue Cigala Fulgosi che poi ringrazia le Associazioni ed i Comitati cittadini nonché il Tribunale per i Diritti del Malato – “sia per il fattivo supporto nella predisposizione del ricorso sia per il loro costante impegno nella salvaguardia dei livelli minimi di assistenza medica a cui la nostra popolazione ha diritto”.

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