venerdì 24 maggio 2013

Oscella: rimborsi Iva e fatture false. Confermato il sequestro da 3 milioni

Tribunale di Verbania
L’azienda di Domodossola commercia bibite: il riesame ha bocciato la richiesta dei difensori

LUCA BILARDO

DOMODOSSOLA

È stato confermato il sequestro di beni per oltre tre milioni di euro nei confronti di Renato Rotondi, legale rappresentante dell’Oscella bibite spa di Domodossola. Il tribunale del Riesame ha infatti rigettato la richiesta avanzata dai difensori, dopo il provvedimento disposto la scorsa settimana dal procuratore capo di Verbania Giulia Perrotti e dal sostituto procuratore Fabrizio Argentieri.

Secondo gli inquirenti Rotondi, insieme a Germano Viroletti (rappresentate legale di Oscella dal 2006 al 2007), sarebbe coinvolto in un giro di fatture false e indebite compensazioni dell’Iva. Questo grazie a quattro società «cartiera» che si erano dichiarate «esportatori abituali» e alla quale Oscella ha intestato dal 2006 fatture per 15 milioni di euro. Le bibite però all’estero però venivano mai vendute. Così, secondo la procura, Oscella poteva accedere alla compensazione dell’Iva (circa mezzo milione di euro l’anno), cifre utilizzate per pagare Inps, Ires e Imu. Le «cartiere» poi vendevano a grossisti queste bevande a prezzi più bassi di quelli di mercato.

Coinvolti nelle «cartiere» Renato Attisano, Remo Catalano e Roberto Farina (il prestanome). Tra le società da loro create la Tocal Service, risultava completamente inattiva, mentre alla Comal Faro sono state fatte fatture di bibite per 7 milioni di euro, benché formalmente fosse impegnata nel settore dell’arredamento. La difesa di Rotondi invece sostiene che la società ossolana è rimasta vittima di questo giro.

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