lunedì 20 maggio 2013

Il Duomo di Milano “torna” a Mergozzo per raccontare la sua storia

Mostra dedicata al Duomo a Mergozzo
Fino a sabato è allestita la mostra nella chiesa di Maria Assunta

FRANCESCA ZANI

MERGOZZO

Una vecchietta poverissima che dona la sua pelliccia, la prostituta che offre la decima del lavoro notturno e il testamento di un ricco mercante a favore della costruzione di una grande cattedrale. Sono solo alcune delle storie raccontate nella mostra «Ad usum fabricae. L’infinito plasma l’opera», inaugurata giovedì a Mergozzo e dedicata alla costruzione del Duomo di Milano, durata sei secoli, a cui partecipò un’intera e gigantesca comunità.

La chiesa di Maria Assunta ospiterà fino a sabato 25 la versione ridotta e itinerante dell’esposizione proposta per la prima volta nel 2012 al Meeting di Rimini, organizzata nel Vco dalla Compagnia delle opere, in collaborazione con la Camera di commercio, la Fondazione comunitaria, il Cedac e altri enti locali. All’inaugurazione della mostra, divisa in tre sezioni con 21 pannelli fotografici e informativi, era presente la curatrice Mariella Carlotti, originaria dell’Umbria e insegnante a Firenze. «Ho compiuto un lungo viaggio per presentare l’evento nel luogo in cui il Duomo è nato – ha detto - . Una montagna intera dal Lago Maggiore è infatti arrivata a Milano. Qui, a Candoglia, abili artigiani ancora contribuiscono al restauro e alla manutenzione dell’ultima grande cattedrale italiana». È stato inoltre proiettato un documentario del 1949, recentemente restaurato, del regista Dino Risi intitolato «La fabbrica del Duomo».
 
I visitatori avranno la possibilità di vederlo al termine del percorso, all’interno della chiesa di Santa Marta, dove di trova anche la base d’altare realizzata con una guglia della cattedrale milanese. «Ad usum fabricae» è il titolo della mostra e riprende la dicitura impressa sulle pietre che, attraverso il Toce, raggiungevano Porta Ticinese, le quali erano svincolate da ogni dazio, per concessione di Gian Galeazzo Visconti. Tre le sezioni espositive: la prima narra l’origine nel 1386 e l’edificazione del Duomo, con le 3600 statue che lo adornano. Nella seconda parte prendono vita i personaggi racchiusi nei registri della fabbrica del Duomo, in cui sono annotate tutte le entrate e le uscite e da essi risulta che l’86 per cento del denaro derivasse da donazioni popolari.

La terza e ultima parte spiega il legame tra la città e la cattedrale, che diede lavoro a migliaia di operai, richiamò esperti da tutta Europa, che favorirono il fiorire delle botteghe artigiane. «Abbiamo scelto la mostra, perché strettamente legata al territorio – spiega Sabrina Proserpio della Compagnia delle opere - . In un periodo di crisi aiuta inoltre a ritrovare il senso dell’ideale comune, a prescindere dalle possibilità».
La mostra è aperta tutti i giorni dalle 14,30 alle 18. L’ingresso e le guide sono gratuiti.

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