giovedì 9 maggio 2013

Ha sfidato le valanghe per rubare nel rifugio. L'impresa del ladro-alpinista in alta valle Formazza

Sulla neve le tracce degli scarponi
Senza sci né ciaspole ha camminato nella neve fino ai 2700 metri. Poi il colpo appena oltre confine

TERESIO VALSESIA

Ladro alpinista, o alpinista ladro? Si può scegliere, ma la sostanza non cambia. Soprattutto impressiona che ha compiuto un’impresa alpinistica e molto pericolosa, soprattutto in questa stagione. È accaduto lo scorso weekend. Secondo la ricostruzione più attendibile, si tratta di un camminatore solitario, sicuramente esperto di alta montagna, che dall’alta Val Formazza ha attraversato la cresta di confine scendendo a Robiei, in territorio svizzero, e rientrando il giorno seguente in Italia dopo aver alleggerito la cassa di un albergo.

Sotto i 3274 metri del Basodino
La zona è dominata dal Basodino, una montagna di 3.274 metri, completamente coperta da grandi cumuli di neve che costituisce una barriera sulla frontiera fra i due Stati. Naturalmente questo segmento del confine non è presidiato né dai finanzieri né da doganieri svizzeri, e in questo periodo è frequentato soltanto da qualche scialpinista. Anzi, lo scorso fine settimana, almeno nel settore svizzero, non c’era nessuno. A ricostruire l’episodio sono stati tre scialpinisti di Locarno che sono saliti lunedì a Robiei per compiere un’escursione. «C’erano oltre 4 metri di neve e abbiamo chiaramente visto una traccia che dalla diga dei Cavagnoli scendeva all’albergo di Robiei. Era un alpinista solitario, senza sci, né ciaspole, né bastoncini. Le sue orme, molto profonde nella neve molle, ci hanno indotto a pensare a un camminatore esperto e bene allenato, che ha raggiunto l’albergo di Robiei, a circa 1900 metri di quota».
In questo periodo l’hotel è aperto soltanto nei giorni feriali poiché ospita degli operai che stanno compiendo dei lavori all’interno delle dighe di questa regione.

Ha svaligiato la cassa con euro e franchi
Dopo aver forzato una finestra il ladro è penetrato all’interno e ha svaligiato la cassa asportando tutti gli euro, solo una parte di franchi svizzeri e ignorando totalmente la moneta. Evidentemente non voleva appesantire il sacco. Da notare che a poca distanza c’è anche un rifugio del Club alpino svizzero. Ma anch’esso era deserto. Le tracce sulla neve ripartivano poi dall’albergo dirigendosi verso il passo della Kastellücke, a oltre 2700 metri di quota, che è il valico seguito abitualmente per raggiungere il Basodino dalla val Formazza, più esattamente dal rifugio Maria Luisa.

Le tracce degli scarponi
«Nel suo itinerario questo ladruncolo solitario ha corso dei grossi rischi passando in zone molto pericolose, esposte alle valanghe e, viste le condizioni della neve, avrebbe anche potuto finire in qualche cavità», rilevano ancora gli alpinisti svizzeri. «Tant’è che siamo stati tentati di chiamare i soccorsi, temendo il peggio». Invece poi hanno osservato che le tracce raggiungevano la cresta del confine italiano dove si presume che il camminatore solitario possa essere arrivato nel primo pomeriggio di domenica scendendo verso il rifugio Maria Luisa o direttamente a Riale, sopra Formazza.

Nessun commento:

Posta un commento